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Isole Misteriose, Alónnisos
Testo: Ermanno Sommariva
ALÓNNISOS IN SINTESI
Superficie 64 Km²
Abitanti 2.750
Altitudine massima Kouvouli 475 m
Stato Grecia
Regione Tessaglia
Mare Egeo
Sono sempre stato un fautore del turismo "fai da te", ma per una volta che per il timore di non trovare alloggi adeguati ho deciso di prenotare con largo anticipo in un villaggio extra lusso con tanto di piscina e animatori, ho dovuto pentirmene subito.
Mi spiego: mia moglie Vittoria ed io amiamo molto gli animali ed eravamo ansiosi di visitare Alónnisos, perla greca delle Sporadi settentrionali (a circa 39° di latitudine nord e a quasi 24° di longitudine est), che è uno degli ultimi rifugi della foca monaca, la foca più grande del mondo, a forte rischio di estinzione.
Già il primo impatto non è dei migliori: dribblato abilmente gli animatori, che proponevano i soliti giochi innocenti per bambini deficienti, cerco di noleggiare uno scooter, l'unico mezzo per visitare l'isola, ma scopro che sono già stati tutti sequestrati dai turisti rammolliti del villaggio, i quali lasciano il mezzo parcheggiato per tutta la giornata davanti alla reception, utilizzandolo solo la sera per recarsi nelle camere, ubicate in cima alla collina, evitando i 100 metri di salita.
Mi informo allora per partecipare ad un'escursione con la barca, ma rimango letteralmente sconcertato quando vengo a sapere che difficilmente si riesce a raggiungere il numero sufficiente per effettuare una gita alle grotte di Alónnisos, o alle isole del parco marino; è incredibile, i circa 300 ospiti del villaggio, preferiscono passare la giornata a sguazzare pigramente nella piscina o a partecipare a squallidi tornei di tennis e palla prigioniera, piuttosto che scoprire le incantevoli meraviglie di uno dei posti più incontaminati del Mediterraneo.
Ormai demotivato, mi arrampico rabbiosamente sugli scogli prospicienti la struttura turistica e scopro una splendida caletta, attigua ad una specie di laguna protetta dai massi frangiflutti, popolata da centinaia di gamberetti. Mi immergo nelle acque turchesi e mi riconcilio con l'isola, fra una miriade di pesciolini e sinuose stelle marine.
La sera, al ristorante, è ancora peggio: mentre con mia moglie dividiamo il cibo con 3 gatti ellenici morbidoni, sul tavolo vicino si siede un ammasso informe di calorie da smaltire, il quale con la stessa grazia di un bufalo infuriato in un negozio di cristallerie, gridando si mette a prendere a calci un povero gattino di tre mesi, dal quale si sentiva in qualche modo importunato.
È meglio che non ripeta cosa ho augurato al turista ipotiroideo, posso solo dirvi che da allora e per tutta la durata del nostro soggiorno ad Alónnisos, il ciccione veniva apostrofato con l'appellativo di "Lardo Marcio", suscitando l'ilarità dell'intero villaggio.
Da allora decidiamo di fuggire da quel lussuoso Gulag, partendo a piedi di buon'ora alla scoperta delle meraviglie di Alónnisos. In quindici giorni ho consumato due paia di espedrillas, ma ho trovato spiagge e calette incantevoli, alcune delle quali raggiungibili soltanto da sentieri impervi, se non veri e propri sfasciumi o precipizi.
In una delle nostre escursioni, ci siamo trovati improvvisamente nel bel mezzo di un campo di nudisti, ma superato l'imbarazzo iniziale, siamo riusciti a passare inosservati, dividendo con loro Vithisma, una delle più belle baie sulla costa meridionale di Alonissos.
Ma è via mare che si può assaporare il fascino della perla delle Sporadi settentrionali, quando, circumnavigando l'isola si assiste ad un contrasto cromatico davvero unico: dal blu cobalto del mare aperto, al bianco e grigio delle roccie al nero delle innumerevoli grotte che si susseguono, fino al verde intenso della folta vegetazione mediterranea, piuttosto insolita per un'isola greca.
In un giorno di mare grosso, decidiamo di aggregarci all'unico pescatore impavido che è disposto a partire alla volta dell'isolotto di Peristera, nei pressi della costa orientale di Alónnisos e alla Grotta Blu, sulla costa nord est, raggiunta a fatica per via delle onde anomale che si formano nel braccio di mare compreso fra le due isole; la barca oscilla paurosamente, ma il "capitano" ci rassicura (si fa per dire), accompagnando ogni impennata della prua gridando come un matto, neanche si trattasse di un'inquietante ola marinara.
Ne valeva la pena: con una precisione millimetrica (fortuna o abilità?) entriamo nella grotta, fra riflessi di luce indescrivibili, ma di foche nemmeno l'ombra.
Grazie al miglioramento delle condizioni meteo, l'indomani riusciamo ad effettuare l'escursione alle isole del parco marino (con un altro pescatore, fortunatamente); si tratta di un'area di 2.200 km², che rappresenta LA REGIONE MARINA PROTETTA PIU' ESTESA DEL MEDITERRANEO.
In breve raggiungiamo Kyra Panagia, dopo un incerto approdo sugli scogli viscidi, data la mancanza di un vero e proprio molo. Venti minuti di salita e raggiungiamo la vetta, dove è situato il Monastero, dal quale si dominano le isole dell'arcipelago, in uno scenario indimenticabile; il Monastero, impreziosito da splendide Icone, è dedicato alla Madonna (Panayià) ed è una succursale della Menghisti Lavra dei religiosi del Monte Athos.
Ma è costeggiando l'isolotto di Gioura che il viaggio diventa emozionante; secondo la mitologia, infatti, si tratta della dimora di Polifemo, il Ciclope dell'Odissea sconfitto da Ulisse. Ancora oggi l'isola è inaccessibile, ma non per la presenza di giganti, bensì per una saggia decisione delle autorità greche, che intendono proteggere gli ultimi esemplari di foca monaca dalla furia del turismo selvaggio.
Navigando al largo della fascia di rispetto imposta dalle autorità, costeggiamo Gioura, nella vana speranza di avvistare una foca o almeno un delfino, ma la fortuna non ci assiste; ci consoliamo approdando sulla spiaggia di Psathoura, isola vulcanica parzialmente sprofondata in mare, appena affiorante dai flutti, con una spiaggia bianca e una sorta di laguna da fare invidia agli atolli corallini delle Maldive.
L'ora del ritorno arriva sempre troppo presto, ma la sera ci aspetta una gita al vecchio borgo di Alónnisos, adagiato in cima alla collina, come un presepe incantato.
Nel frattempo, a nostra insaputa, dal villaggio avevano raggiunto il numero di persone sufficienti per effettuare a loro volta un'escursione più modesta, durante la quale alcuni turisti, fra cui Lardo Marcio, riuscivano ad avvistare un branco di delfini festosi. E' proprio vero, chi ha il pane non ha i denti, ma una cosa è certa: la prossima volta vado in tenda !
Per uno sguardo d'insieme all'isola di Alónnisos, segnalo i siti:
alonissos.gr
www.grecia.info
Vi è poi la Mom, un'associazione ecologista greca, molto attiva nella protezione delle foche, dotata fra l'altro di una sorta di ospedale per la cura degli esemplari malati, con un proprio sito dove è possibile anche iscriversi.