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L'Altopiano del Carso
Si tratta di un altopiano roccioso calcareo, suddiviso politicamente fra Italia (province di Gorizia e Trieste), Slovenia e Croazia; il Monte Nevoso (Snežnik in sloveno), è la cima più alta, con 1.796 metri d'altezza.
Il Carso si estende fra i fiumi Vipacco e Timavo, il basso corso dell'Isonzo, il Golfo di Trieste e quello del Quarnaro, in Croazia e fa parte delle Alpi Dinariche.
La sua caratteristica principale è data dalla composizione calcarea delle rocce, che risultano quindi permeabili all'acqua, con conseguente assenza di un'idrografia superficiale; lo stesso fiume Timavo citato in precedenza, viene 'inghiottito' nel sottosuolo a sud-est di Divaca, per riemergere solamente 40 chilometri dopo nei pressi di Monfalcone, prima di sfociare nel Mare Adriatico.
In questo altopiano vennero studiati e descritti per primi i fenomeni causati dall'erosione chimica delle acque nelle rocce calcaree, il nome carsismo, usato a livello mondiale, deriva infatti proprio dal Carso.
Proprio a causa della permeabilità delle rocce, l'acqua ha avuto modo di spingersi nel sottosuolo, con la presenza quindi di fiumi sotterranei, caverne e grotte, molto apprezzate a livello turistico; le più famose sono quelle di Postumia e di Škocjan in Slovenia, e la Grotta Gigante in provincia di Trieste; tuttora vi sono molte aree ancora inesplorate.
Fauna e soprattutto flora si sono dovute adattare a questo ambiente particolare, dove le acque piovane scompaiono molto velocemente, con molte specie che sono endemiche di questo territorio; l'agricoltura risulta quindi impraticabile e di conseguenza la popolazione nel Carso è sempre stata scarsa.
Nella Prima Guerra Mondiale il Carso fu teatro di violenti scontri e battaglie fra armate italiane ed austro-ungariche; mentre durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale vanno ricordati i massacri delle foibe, stragi di civili e militari, i cui corpi venivano spesso gettati e quindi fatti sparire nei numerosi inghiottitoi presenti nella regione, da parte dei partigiani jugoslavi.