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Isole Misteriose, Pag: la luna a bora, il verde a maestrale
Testo: Ermanno Sommariva
Per chi arriva in traghetto da Karlobag, seguendo la strada che dall'Italia passa per Rijeka (Fiume), scendendo fra paesaggi mozzafiato lungo la costa che introduce alla Dalmazia, il porticciolo di Zigljen, primo avamposto dell'isola di Pag, appare come un paesaggio lunare, dove l'aspra pietra carsica bianco - oro bruciata dal vento di nord est si tuffa in un mare che assume tinte azzurrine quasi irreali, indotte dal candore delle rocce soprastanti, che sfumano nell'Adriatico con colori cangianti, tanto da fare apparire tangibile l'esatta misurazione della profondità dei fondali, man mano che il blu degli abissi prevale sull'abbacinante riverbero del sole specchiato da una terra candida, quanto arida.
E' l'effetto della Bora, vento impetuoso che spira prevalentemente nella stagione invernale ad oltre 100 km all'ora (ma tutt'altro che infrequente anche d'estate), cancellando ogni forma di vita sulla costa nord orientale di molte isole croate del Golfo del Quarnaro, ma che a Pag raggiunge l'apoteosi, infiltrandosi in un avvallamento dei monti Velebit, chiamato Canale del Maltempo, che dona all'isola un fascino ineguagliabile.
Risalendo la china della dorsale che attraversa longitudinalmente l'isola, il contatto con l'aspetto spettrale delle brulle pietraie di Pag diviene molto più diretto, mitigato unicamente dalla visione delle numerose pecore locali, il cui vello copia in modo pressoché totale il colore della roccia, creando un mimetismo forse unico al mondo.
I muretti di contenimento con pietre a secco che si incontrano risalendo verso Novalja, non hanno la funzione di delimitare ipotetici confini, ma fungono da frangivento, per smorzare, per quanto possibile, l'impeto della Bora.
Su una superficie di 285 km² vivono 7.500 abitanti dediti alla produzione di sale, alla pesca, all'allevamento di pecore, alla viticoltura e all'agricoltura più in generale, ma soprattutto al turismo, risorsa ancora abbastanza recente e sfruttata solo in parte, prevalentemente nel centro di Novalja, ubicato sulla costa di nord ovest dell'isola, che dispone di un proprio sito internet.
Pag è la seconda isola più lunga dell'adriatico, 63 km di lunghezza, ma è piuttosto stretta, da 2,5 a 9 km, e vanta un'estensione di coste, frastagliate a nord est, più lineari e basse a sud ovest, di quasi 270 km.
Lo stesso contrasto diviene ancor più evidente nel paesaggio: le coste sud occidentali, infatti, protette dalle sue stesse alture, risentono solo marginalmente dell'influenza della bora e per chi proviene dalle brulle colline esposte a nord est, si aprono come in un miraggio fra un'esplosione improvvisa di pinete, uliveti, vigneti e campi arati coltivati ad ortaggi, come se ci si trovasse in un luogo completamente diverso, grazie alla favorevole posizione geografica, esposta al mite ed umido vento di maestrale.
Le sue acque sono pulite e molto pescose, come ci racconta la pagina web di Blufishing.com, sito italiano dedicato alla pesca, che narra di come sia facile imbattersi in grosse orate e polpi, per nulla disturbati dai bagnanti.
Molti dei pescatori locali, durante la stagione estiva si improvvisano guide turistiche, trasformando le loro barche in piccole motonavi, che da tutti i porticcioli di Pag solcano le acque del Quarnaro alla scoperta delle isole circostanti (da non perdere la gita all'isola di Silba, abitata fin da tempi antichissimi, oggi riserva naturale); durante i brevi viaggi, verranno più volte offerti agli ignari turisti bevande alcoliche di ogni tipo, forma e misura, che gli stessi impavidi marinai dimostrano di gustare a piene mani, con conseguenze abbastanza immaginabili sulla navigazione, soprattutto al momento degli attracchi. Evidentemente, la loro conoscenza minuziosa di ogni singolo tratto di costa o di mare è più efficace dei fumi dell'alcool e consente comunque un sicuro ritorno alle imbarcazioni, abituate anche a situazioni meteorologiche indubbiamente più estreme.
Consigliata una visita alla cittadina storica di Pag, da cui l'isola prende il nome, la cui pianta fu realizzata dall'architetto veneziano Jurj Dalmatinac nel 1443.
Per una volta mi astengo dal segnalare indicazioni turistiche: io a Pag ci sono andato in alta stagione senza prenotare e non ho avuto alcuna difficoltà a trovare un alloggio più che decoroso e a buon mercato, in una splendida casa di pescatori in riva al mare nel villaggetto di Mandre, oasi di verde esposta a maestrale.
Per il ritorno, è possibile non prendere il traghetto: Pag è infatti collegata alla terra ferma da un ponte, che dalla zona a sud dell'isola raggiunge la località di Miletici, a pochi chilometri da Zadar (Zara).
Un doveroso breve accenno infine alla saggia decisione delle autorità locali di realizzare ben 7 centrali eoliche sull'isola, che grazie ad una fonte inesauribile e gratuita di energia, il vento, sono in grado di produrre 15 milioni di Kilowatt di energia elettrica all'anno.