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Tunguska, 100 anni dopo
(pubblicato il 30/6/2008)
Testo: Vito La Colla
Cento anni fa, l'avvenimento di Tunguska.
Il 30 giugno del 1908, alle ore 7,14, un'immane e misteriosa esplosione si verificò nella regione della Siberia centrale, in una zona chiamata Tunguska, quasi disabitata e coperta da immense foreste (la "taiga").
La deflagrazione provocò la distruzione, in pochi secondi, di milioni di alberi, che furono, tutt'attorno al luogo dell'esplosione, spezzati alla base e abbattuti, con i tronchi disposti radialmente. Uno spaventoso spostamento d'aria fu sentito, come boato, fino a 1000 km. di distanza. Per molto tempo dopo quel 30 giugno le notti furono stranamente chiare, sia in Russia che nell'Europa centrale. Addirittura il 1° luglio in molte zone europee, fra cui la Gran Bretagna, la notte risultò luminosa, tanto che si poteva agevolmente leggere all'aperto. L'esplosione e la distruzione di milioni di alberi interessò la zona circostante, vasta come il Lussemburgo o, se preferite, come la provincia di Siracusa. Si è calcolato che la violenza dell'esplosione di origine cosmica abbia avuto la potenza di circa 1000 bombe atomiche, tipo quella esplosa nell'agosto del 1945 su Hiròshima.
Cos'era successo? Ancora a distanza di un secolo, le varie ipotesi fatte nel corso degli anni non sono riuscite a dare una spiegazione sicura. Probabilmente fu l'esplosione di un grosso meteorite, del diametro compreso fra 30 e 100 metri, di composizione rocciosa. Il meteorite esplose in aria, forse a 8 km. dal suolo, per il forte surriscaldamento provocato dall'attrito con l'atmosfera. Alcuni altri ipotizzarono l'esplosione di una cometa, altri parlarono di antimateria, o di extraterrestri. Comunque non è stato trovato un ampio cratere, come ci si poteva aspettare se il meteorite fosse arrivato al suolo.
Il punto dell'esplosione è stato localizzato vicino al meridiano 100, migliaia di km. a nord di Bangkok, nella foresta siberiana. La luce che illuminò magicamente molti Paesi europei e asiatici si spiega con l'eiezione a notevole altezza di vapori di acqua, misti a polveri di roccia; vapori che, tramutatisi in minuscole particelle di ghiaccio, riflettevano la luce solare, in quel periodo con le notti molto brevi per la vicinanza del solstizio d'estate.
Non vi furono, pare, vittime, perchè la regione era scarsamente abitata. Ma esistono testimonianze di pastori o cacciatori, che videro, a quelle prime ore del mattino, con il cielo completamente illuminato, un bolide, una palla di fuoco, che si muoveva verso nord.
Un testimone, tale Semen Semenov, raccontò poi a un membro di una spedizione d'indagine:
"Ero seduto in casa per far colazione nella fattoria di Vanavar, volta a nord. [...] D'improvviso vidi che proprio verso nord, sopra la strada per Tunguska di Onkoul, il cielo si era diviso in due e il fuoco appariva in alto e si estendeva sopra la foresta. La spaccatura in cielo si allargò, e tutta la parte nord si coprì di fuoco. In quel momento diventai caldo in maniera insopportabile, come se la mia camicia andasse in fiamme; da nord, dove c'era il fuoco, arrivava un gran calore. Volevo togliermi la camicia e buttarla via, ma poi il cielo si richiuse, e si udì un gran boato, e fui scaraventato per qualche metro. Per un attimo persi i sensi, ma dopo mia moglie uscì fuori e mi accompagnò in casa. Dopo di ciò, arrivò un tal fragore, come di rocce che cadevano o di cannoni che sparavano, e la terra tremò, e quando ero a terra, abbassai la testa, nel timore di venire colpito dalle rocce. Quando il cielo si aprì, un vento caldo corse tra le case, come sparato da cannoni, lasciando la traccia del suo percorso sulla terra, e danneggiò alcune coltivazioni. Dopo ci accorgemmo che molte finestre erano in frantumi…".
Un treno della ferrovia transiberiana, che transitava nelle vicinanze, per poco non deragliò per lo spostamento d'aria.
Se questo bolide fosse esploso su di una grande città, sarebbe stata un'ecatombe spaventosa.
Cosa interessante: la località dell'esplosione si trova quasi esattamente a metà strada fra la punta nord orientale della Russia (Stretto di Bering) e il confine occidentale con l'Ucraina. E vicinissimo al meridiano 100. E si trova a metà strada, circa, fra le coste sul mar Glaciale Artico e i confini meridionali con la Mongolia. Praticamente, al centro geografico della Russia.
Nel 1991, e poi nel 1999, due spedizioni dell'università di Bologna hanno visitato il piccolo lago Cheko, del diametro di 500 metri, situato al fondo di una concavità a forma conica. Dall'esame dei sedimenti sul fondo lacustre, si avvalora l'ipotesi che la depressione si sia formata, a una decina di km dal luogo dell'esplosione, per la caduta di un grosso frammento dell'asteroide.
Insomma, cento anni fa avvenne l'unico caso di caduta di un grosso oggetto cosmico sulla Terra, che sia avvenuta in epoca contemporanea. Sul momento, dato anche il periodo di inizio secolo, con i trasporti e le comunicazioni molto relative, soprattutto nelle zone remote tipo Tunguska, la notizia non interessò molto la stampa e l'opinione pubblica, e venne presto dimenticata.
Solo dopo la prima Guerra Mondiale vi furono alcune visite scientifiche sul luogo dell'esplosione, e verso la fine del secolo XX, come detto più sopra, le due spedizioni dell'Università di Bologna, per cercare di capire che cosa fosse successo esattamente, in quel lontano giorno di giugno del 1908.