Condividi su
Lo strano caso dell'Ambasciata italiana presso la Santa Sede
(pubblicato il 16/12/2008)
Testo: Vito La Colla
Il Pontefice Benedetto XVI ha visitato sabato l'ambasciata italiana presso la Santa Sede; avvenimento molto raro, anche perché, quando vi si tiene il ricevimento annuale, in occasione dell'anniversario dei Patti Lateranensi - 11 febbraio - affluiscono personaggi di primissimo piano, sia italiani che vaticani. Anche il nostro presidente della Repubblica. Ma mai il Papa, per tradizione e consuetudine.
Però mi piace segnalare una stranezza, unica al mondo. L'ambasciata italiana presso il Vaticano è l'unica legazione al mondo che non gode del privilegio dell'extraterritorialità.
Come è noto, le ambasciate dei vari Paesi che intrattengono rapporti diplomatici con la Santa Sede si trovano in territorio italiano (altro caso eccezionale) anzichè nel territorio dello Stato della Città del Vaticano. Questo, ovviamente, per la peculiare caratteristica di questo Stato, e soprattutto per l'estrema esiguità del suo territorio, che non permetterebbe, in nemmeno mezzo chilometro quadrato, di ospitare le circa cento legazioni estere presso la Santa Sede.
Le ambasciate presso la Santa Sede nella città di Roma godono ovviamente, come tutte nel mondo, del privilegio dell'extraterritorialità. Cioè, pur essendo territorio italiano, è "come se fossero" territorio di un'altra Nazione. Per esempio, la polizia non vi può penetrare per nessun motivo, anche nel caso che vi si verifichi un grave delitto. A meno che sia invitata ufficialmente dal titolare della sede diplomatica.
Ma l'ambasciata italiana, essendo su territorio italiano, non puo' godere, evidentemente, di questo privilegio: non avrebbe senso. "È in Italia, ma è come se fosse in territorio italiano...". I nostri agenti della polizia vi accedono, per esempio come servizio d'ordine.
Pertanto è un caso unico al mondo, e non è quasi mai ricordato, come curiosità giuridica, da nessun giornale o TG.