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  Anno Geofisico Internazionale e Trattato Antartico



   Testo di Maurizio Cavini

   Il 1 luglio 1957 fu inaugurato l'Anno Geofisico Internazionale (AGI), i cui lavori, che videro la partecipazione di 40 paesi tra cui l'Italia, durarono fino al 31 dicembre 1958 (1).

   Con questa iniziativa fu possibile avviare un coordinato lavoro di ricerca scientifica esteso a tutto il mondo, suddiviso in sei aree, tra cui il continente antartico. Ben 10.000 uomini di 12 paesi, che già possedevano basi o che ne installarono appositamente, invasero quello che è a tutt'oggi il luogo più remoto della Terra. Furono coordinati i programmi di ricerca di Australia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Unione Sovietica, Argentina, Cile, Nuova Zelanda, Belgio, Giappone, Norvegia, Unione Sudafricana.

   In coincidenza con l'AGI vennero avviati, su iniziativa degli Stati Uniti (che seguiva a una precedente proposta di amministrazione internazionale avanzata dagli USA nel 1948), contatti preliminari e indetta una Conferenza tra i dodici paesi già citati, svoltasi a Washington dal 15 ottobre al 30 novembre 1959, che portò alla firma del Trattato sull'Antartide, il 1 dicembre, e che entrò in vigore il 23 giugno 1961.

   Questi due avvenimenti hanno una importanza fondamentale per l'Antartide. Sul continente pesavano da tempo molte rivendicazioni territoriali, su settori delimitati dal 60° parallelo e da due meridiani, con il polo Sud come vertice; i contrasti più pericolosi sorgevano sulla Penisola Antartica, contemporaneamente rivendicata da Cile, Argentina e Gran Bretagna. Con quale criterio doveva essere legalmente riconosciuta? Diritto di scoperta, di occupazione reale o di contiguità geografica?

   I firmatari del Trattato si impegnarono a congelare ogni rivendicazione e trasformare il continente in un gigantesco laboratorio, che per il suo isolamento, la posizione geografico-astronomica e la lontananza da ogni forma di inquinamento umano, si presenta luogo ideale per uno studio globale del pianeta. Il Trattato si componeva di 14 articoli, in cui i contraenti si impegnavano a svolgere solo attività pacifiche e di ricerca scientifica, mantenendo il continente demilitarizzato, e astenendosi da ogni tipo di esperimento nucleare e collaudo di armi. Libertà di ricerca, cooperazione e assistenza internazionale, scambio di informazioni e di personale, controllo incondizionato da parte di osservatori, erano i cardini dell'accordo. Il Trattato aveva validità trentennale con possibilità di rinnovo, e ai soci fondatori si sono negli anni aggiunte numerose altre nazioni, tra cui l'Italia, divenuta membro il 18 marzo 1981.

   Le isole Falkland-Malvine (2), che non rientravano nell'accordo trovandosi a nord del 60° parallelo, conobbero un capitolo tragico con la guerra tra Gran Bretagna e Argentina, nel 1982.

   Il continente antartico è comunque suddiviso in zone d'influenza, che a partire dalla Penisola Antartica e in senso antiorario sono: Territorio Antartico Britannico, Settore americano, Dipendenza della Nuova Zelanda, Territorio Antartico Australiano, Territorio Australe e Antartico Francese (incuneato in quello australiano), Settore Norvegese.

Note

(*) Per la stesura del testo ho consultato principalmente L'Antartide, Ardito Desio, UTET, 1984; I Poli, Mondadori(Time-Life), 1962; Enciclopedia Geografica 2002, Zanichelli e il sito internet del PNRA (programma nazionale di ricerche in Antartide). I testi sono di anni diversi e non raramente certi valori non corrispondono. In alcuni casi ho ritenuto più attendibili i più recenti, in altri ho fatto una media, in altri ancora ho indicato cifre come approssimative. In caso di errori importanti, di qualsiasi tipo, la loro segnalazione da parte dei lettori sarà gradita.

(1) L'AGI ebbe due precedenti. Si tratta dei due Anni Polari Internazionali (1882-83 e 1932-33), che servirono per concentrare gli sforzi su un progetto coordinato di esplorazione e studio polari. L'Anno Geofisico Internazionale ampliava i suoi orizzonti con un approccio globale all'ambiente, giustificando la nuova denominazione, ma conservando lo stesso spirito di collaborazione tra le nazioni, con lo scopo di razionalizzare le ricerche per raggiungere i massimi risultati.

(2) Le isole Falkland, scoperte nel 1592 dall'inglese J.Davis, presero il nome di lord Falkland (tesoriere della flotta) nel 1690. Denominate Malouines da coloni bretoni nel 1764, contese da spagnoli e inglesi, occupate dagli argentini nel periodo 1820-1831, appartengono alla Gran Bretagna dal 1832 e gli attuali 2000 abitanti sono quasi tutti di origine britannica.
 



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